a cura della Dott.ssa Simona Lo Piccolo

Il 10 ottobre del 1992 è stata istituita “La giornata mondiale della salute mentale, (World Mental Health Day, o WMHD), giorno riconosciuto a livello internazionale per sensibilizzare le persone riguardo alla salute mentale. Mai come oggi è utile fermarsi a riflettere su come la pandemia di COVID-19 abbia avuto un grave impatto sulla salute mentale e sul benessere delle persone in tutto il mondo e come questa situazione non sia in realtà conclusa bensì sia ancora in corso.

Ormai è ampia la letteratura che conferma che l’esposizione prolungata a eventi stressanti, come la paura del contagio, la chiusura forzata, l’incertezza del futuro e la precarietà del lavoro, genera ansia, stress, depressione soprattutto in certe fasce della popolazione, come i giovanissimi e questo rende necessaria una maggiore sensibilizzazione affinché vi sia attenzione su queste tematiche.

La pandemia ha avuto un impatto anche sui servizi offerti alla popolazione, infatti, i servizi di salute mentale ambulatoriali sono stati spesso interrotti durante la pandemia, diminuendo di fatto l’accesso alle cure essenziali. Anche se questa interruzione è stata colmata dallo spostamento dell’assistenza psicologica in modalità online, questo, molto probabilmente non è bastato poiché si registra ad oggi un aumento di ansia e depressione in tutta la popolazione.

Non è un caso che il Governo stia erogando tramite INPS Il “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” (c.d. Bonus psicologo) come misura volta a sostenere le persone in condizione di ansia, stress, depressione e fragilità psicologica, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica.

Grazie a questo bonus si è posta luce sul risvolto psicologico e sociale della pandemia precedentemente sottovalutato o comunque posto in secondo piano. 

A conferma dell’importanza degli aspetti psicologici e sociali della persona già negli anni 1977 George Engel pubblicò per la prima volta su Science un articolo che metteva in luce la necessità di un nuovo modello che metta al centro la persona ed il suo contesto bio-psico-sociale.

La parte biologica, come abbiamo visto bene nella gestione della pandemia, viene sempre riconosciuta come importante ma, da sola, come spiega l’autore, non è in grado di giustificare la varietà di presentazioni cliniche possibili. È quindi necessario prendere in considerazione anche il contesto in cui si trova la persona, le sue credenze ed aspettative e l’influenza della società che lo circonda.

Questo modello riconosce che la realtà è qualcosa di complesso e che, anche se è utile semplificarla per poterla analizzare, è necessario, per poter comprendere ciascuna persona e la sua esperienza unica, avere una visione globale ed un approccio multifattoriale.

Nel caso specifico della pandemia risulta utile rivalutare, in questa ottica bio psico sociale tanto cara ad Engel (1977), il concetto di salute non solo come assenza di infezione da virus Covid 19, bensì poter pensare alla persona che è “in salute” e gode dunque di un benessere globale, grazie allo ripristino di un equilibrio psicologico e sociale come risultante di un percorso fatto di tanti aspetti: stabilità emotiva, riconoscimento delle difficoltà come risorse per il cambiamento, elaborazione di vissuti anche traumatici come il lutto per una persona casa scomparsa a causa del virus. Non solo, la ricerca di una stabilità economica, di nuove prospettive future, ampliando gli orizzonti, e perché no pensare al percorso psicoterapeutico in funzione di un cambiamento di prospettiva perché, come dice Marcel Proust, l‘unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.

In definitiva, tutti questi aspetti altro non fanno che ampliare il concetto di salute non più visto da un modello bio medico, ormai obsoleto.

Engel GL. The need for a new medical model: a challenge for biomedicine. Science. 1977;196(4286):129-36.

Engel GL. The clinical application of the biopsychosocial model. Am J Psychiatry. 1980;137(5):535-44.

WHO. Mental Health and COVID-19: Early evidence of the pandemic’s impact: Scientific brief, 2 March 2022

WHO. COVID-19 pandemic triggers 25% increase in prevalence of anxiety and depression worldwide. News release 2 March 2022News release 2 March 2022